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LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITà UMANA
Opera da Camera (DVD)
– Musica di Vittorio Montalti
– Testo di Giuliano Compagno, liberamente tratto dal libro di Carlo M. Cipolla
– Maestro concertatore e direttore Fabio Maestri
– Regia di Giancarlo Cauteruccio
ContempoArtEnsemble
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UN MECCANISMO DRAMMATURGICO ASTRATTO PER LE LEGGI FONDAMENTALI
di Paolo Petazzi
L’opera “quasi intelligente” Le leggi fondamentali della stupidità umana è il terzo frutto della collaborazione tra Vittorio Montalti e Giuliano Compagno che giunge sulle scene, dopo L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento (Venezia, Biennale, 2013), ed Ehi Gio’ (Spoleto 2016), riproposto per la prima volta a Firenze in una nuova versione nel 2018. Un progetto precedente, Un romano a Marte, un omaggio a Ennio Flaiano, è stato portato a termine nel 2019 e rappresentato a Roma il 23 novembre. Non ha una impostazione drammaturgica convenzionale, come non la ha l’omaggio a Rossini di Ehi Gio’: caratterizza entrambe le opere, nonostante i riferimenti a Flaiano e Rossini, l’interesse di Vittorio Montalti per un a drammaturgia astratta, che si manifesta con piena evidenza nelle Leggi fondamentali della stupidità umana e che si percepiva con chiarezza nel primo lavoro nato dalla collaborazione del compositore con Giuliano Compagno, già nella scelta del testo da cui è tratto. Basti qui ricordare che il titolo L’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento, corrisponde letteralmente a quello francese di un testo di Perec del 1968 che uscì postumo e di cui esiste una traduzione italiana. Lo scrittore ne fece anche una versione teatrale, L’augmentation (1970). In un raffinato e complicato gioco letterario si prospettano le diverse situazioni in cui può trovarsi un impiegato che decide di andare dal capufficio a chiedere un aumento. Perec non sceglie tra le situazioni possibili, le rappresenta tutte. Il libretto non si fonda sulla versione teatrale, ma su quella precedente, e ne compie una necessaria semplificazione; ma rispetta l’idea centrale che aveva interessato il compositore, pur senza spingere all’estremo le potenzialità di astrazione che c’erano nell’idea di Perec di basare la struttura del racconto su un diagramma di flusso che contemplava tutte le possibili soluzioni. Nella prima opera di Montalti lo smarrimento dell’impiegato nel gioco delle possibilità si realizza efficacemente in una vocalità che spesso frammenta la parola o la riduce a un borbottio incomprensibile, e la pone in rapporto con una scrittura strumentale sottile e rarefatta, calcolata con rigore. Ironia e leggerezza sono tra i punti di forza della partitura. Fin da questo primo lavoro si afferma la vocazione di Montalti per un teatro astratto, lontano dal naturalismo e dalla narratività tradizionale. Continua [...]
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Regia Video
Giuseppe & Luciano Scali
Ingegnere del suono
Marco Cardone
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Marco Cardone
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