giovedì 21 dicembre 2017

All'Improvviso Gli Angeli - Orchestra della Toscana - Niccolà Bulgarini (Musica di Giuseppe Lanzetta)



 ALL’IMPROVVISO GLI ANGELI
ìmusica di Giuseppe Lanzetta
Orchestra Toscana Classica
dirige Niccolò Bulgarini
Videoriprese di EMA Vinci service
© 2017 una Produzione L&C by EMA Vinci records







 

mercoledì 27 settembre 2017

Le Donne dell'Orlando


Anita Azzi
Le Donne dell'Orlando Furioso
(Ludovico Ariosto)
Sigle


Stefano Malferrari Classici di Oggi interpreti vol1



venerdì 15 settembre 2017

5 Stelle a Stefano Malferrari

Massimo dei voti per il CD prodotto dalla EMA Vinci records
5 Stelle su MUSICA (*****)


STEFANO MALFERRARI: Classici di oggi Interpreti vol. I

1Sospeso d’Incanto n°3 di ADRIANO GUARNIERI
2… sofferte onde serene … di LUIGI NONO
3Glifo di MICHELE FORESI
4East St. Louis Blues di ALESSANDRO RATOCI


MUSICA settembre 2017





Mitologie (pianoforte) di Daniele Lombardi su iTunes
da ascoltare con attenzione


linea SIAE-Classici di Oggi
Prodotto da Daniele Lombardi
Masterizzazione EMA Vinci service

lunedì 11 settembre 2017

TUM- Balalaike - Faye Nepon


https://open.spotify.com/album/4U2zxCdjPJBW003fQdwEOc


 Tum-balalayke

TUM- BALALAYKE – FAYE NEPON, IGOR POLESITSKY, JOEL HOFFMAN

Streaming in Spotify
Streaming in Deezer
Download in iTunes
Download in Amazon

mercoledì 8 marzo 2017

Stefano Malferrare Pianoforte vol.1

linea SIAE-Classici di Oggi EMA Vinci records


Player


CLASSICI DI OGGI: STEFANO MALFERRARI PIANOFORTE VOL.1

1. Sospeso d’Incanto n°3 di ADRIANO GUARNIERI
live elecrtronics Francesco Giomi e Damiano Meacci (Tempo Reale)
2. … sofferte onde serene … di LUIGI NONOnastro magnetico da CD alleagato all’edizione
3. Glifo di MICHELE FORESIlive elecrtronics Michele Foresi
4. East St. Luois Blues di ALESSANDRORATOCIlive elecrtronics Alessandro Ratoci

@ 2016 EMA Vinci – una Produzione EMA Vinci contemporanea
Registrazione e Masterizzazione by EMA Vinci service
Giuseppe Scali Sound Designer
Marco Cardone Sound Engineer
Pianoforte Gran Coda Yamaha gentilmente concesso dalla Torri dell’Acqua – Budrio (Bo) per la traccia 1, 2 e 3
Pianoforte Gran Coda Steinway e Sons gentilmente concesso da Checcacci Pianoforti – Poggibonsi (Si) per la traccia 4

Scrivere, o parlare, di musica non è mai cosa semplice.
Tradurre in parole quanto prodotto da un linguaggio espresso in suoni presenta il costante rischio di far scivolare lo scrivente su un terreno sdrucciolevole, cadendo o sul lato di una esposizione particolarmente analitica e talvolta arida, o finendo, dall’altro, in una narrazione emozionale, talora eccessivamente immaginifica.
Di più, se già si rivela alquanto ostico e fragile raccontare ancora di brani storici che, per nostra fortuna, vantano testi importanti a loro dedicati, potrebbe sembrare ancor meno opportuno, per non dire superfluo, commentare opere, come quelle presenti in questo CD, che hanno tutte la fortuna (se si esclude il capolavoro di Luigi Nono) di poter portare la testimonianza, in tempo reale, dei loro stessi creatori.
Colgo però a questo punto con piacere l’invito di EMAVINCI e dei suoi responsabili che mi hanno proposto di scrivere queste piccole note al libretto allegato, portando solo la mia testimonianza d’interprete e la visione di colui che, lavorando in una musica realmente con- temporanea, si ritrova ad operare in quello strettissimo margine emozionale che sta fra il testo scritto e le indicazioni verbali offerte dalla straordinaria possibilità di lavorare in con tatto diretto con gli autori stessi.
Vengo quindi alla scaletta del programma di questo CD, che comincia con il Sospeso d’incanto n. 3 di Adriano Guarnieri. Ho avuto, nel corso di questi ultimi 15 anni, la fortuna e l’onore di presentare in prima esecuzione assoluta i suoi tre Sospeso d’incanto: il primo nel meraviglioso Teatro Bibiena di Mantova, il secondo per la stagione di Musica Realtà a Milano e il terzo, quello qui registrato, in occasione dell’edizione 2014 di Maggio Elettrico, appendice dedicata alla musica elettroacustica del Maggio Musicale Fiorentino. La prima cosa che colpisce della scrittura pianistica di Guarnieri (e la sua grafia ne è l’esatta, diretta testimonianza) è la forte componente materica della sua urgenza espressiva. Le sue violente stesure grafiche e le conseguenti dilatazioni di scrittura sul pentagramma rappresentano perfettamente quello che un’ulteriore indagine analitica ci dimostra, con la scoperta di indicazioni di tempo e di colore portati all’estremo: i metronomi 20 – 10 – 0 (!) e i colori espressi con ripetizioni marcate di un f o di un p (ricordo di avere contato, nella parte pianistica di un suo brano per ensemble, fino a 15 p quale indicazione per la ricerca di un pianissimo) che sono, nel tempo, diventati una sorta di marchio dell’estetica compositiva dell’autore. Ecco il momento in cui l’esecutore deve rapportarsi, quanto più empaticamente possibile, al pensiero-desiderio espressivo di Guarnieri. La volontà grafica così dettagliata e utopica è in realtà il modo più diretto e semplice per chiedere all’interprete qualcosa di altrimenti inesprimibile: la capacità di sentire il brano, nelle sue dilatazioni e concentrazioni sonore e temporali, attraverso una visione che solo in una, quanto più possibile, ideale immedesimazione emozionale con il compositore stesso può trovare il suo giusto compimento. Anche dal punto di vista meramente fisico (verrebbe spontaneo usare il termine tecnico dal momento che questa parola è comunemente portatrice di un erroneo significato di agilità e impegno muscolare) la scrittura di Guarnieri è densa di memorie, con i suoi passaggi di ottave, terze, note ribattute e salti impervi, memoria partecipativa per l’esecutore di un virtuosismo di tempi passati, coniugato ora con uno slancio trascendentale verso il futuro.
Differente è il discorso riferito ai due compositori che chiudono il CD: Foresi e Ratoci. Entrambi sono portatori di una scrittura lucida e attendibilissima nel rispetto di tutta la loro dettagliata indicazione di desideri espressivi: numerazioni metronomiche, durate e intensità nell’uso del pedale, variazioni nei colori e accentuazioni, pulsazioni ritmiche e conduzione, perfettamente indicata, dei vari e differenti slanci e ritorni emozionali.
Glifo, il brano di Michele Foresi, è giocato su differenze timbriche di grande raffinatezza e intensità e propone, tra l’altro, una serie di glissandi muti sia sui tasti bianchi (da eseguirsi con l’unghia), sia sui tasti neri (con l’uso del polpastrello). Questa ricerca, fortemente espressiva, del suono bianco è una delle caratteristiche che maggiormente affascinano il pianista che decide di confrontarsi con le nuove modalità timbriche offerte dallo sviluppo della recente (ma ormai consolidata dagli anni) nuova tecnica pianistica.
In parte differente è East St. Louis Blues, il brano di Alessandro Ratoci, che possiamo considerare, sotto l’aspetto esecutivo, diviso in due grandi modalità pianistiche: quella in tastiera, con una scrittura talvolta estremamente ostica, ma sempre riconoscibile come derivazione di un pianismo storico e arricchito da pratiche (per nulla celate, anzi, volutamente manifeste) di derivazione jazzistica e quella in cordiera, che, facendo uso di oggetti vari quali battenti per percussioni, plettri per chitarra, carte plastificate, si fa portatrice di quello sviluppo della scrittura pianistica che, dalla metà del secolo scorso a oggi, ha creato quel modello di piano- forte altro che è stato foriero di una ricerca timbrica di epocale, straordinaria importanza per la sensibilità degli attuali pianisti.
In ultimo, ma presenza fondamentale, in quanto gemellare, di tutto il materiale proposto in questo CD, vi è l’impiego dell’elettronica, in veste di soggetto dialogante con tutto il reperto- rio pianistico qui presente. Confrontarsi con il suono elettronico è per il pianista, esecutore-interprete, la partecipazione a un reale, affascinante ed emozionante duo.
Che si tratti del brano di Guarnieri, dove i materiali elettroacustici sono frammenti registrati separatamente dall’esecutore stesso o di quello di Foresi, composto da file che la regia del suono fa partire minuziosamente a seguito di precisi attacchi dati dal pianista; o, ancora, del lavoro di Ratoci, dove la partitura della composizione elettronica cammina in un costante percorso parallelo alla scrittura pianistica, guidata in questo caso dal compositore stesso; confrontarsi, dicevo, con la creazione di un dialogo tra il suono acustico dello strumento e un materiale sonoro elettronico, presenza invisibile ma avvolgente, proveniente da diffusori e sospeso nell’aria, offre all’interprete la possibilità di godere di uno scambio nuovo nella sua offerta di sensibile ricerca espressiva che, memore di un’esperienza acustica direttamente derivata dall’abitudine del duo strumentale, apre nuove finestre verso orizzonti ancora inesplorati nei loro infiniti possibili sviluppi.
Lascio un minuscolo spazio, alla fine di questo mio brevissimo commento ai brani qui presentati, per citare, con tutta la più alta meraviglia, il brano di Luigi Nono. Ho scientemente deciso di non aggiungere righe ulteriori a tutto il materiale che nel corso dei decenni è stato scritto all’indirizzo di questo straordinario capolavoro pianistico. Mi limiterò, sapendo bene di sottolineare l’ovvio, solo a considerare come la straordinaria capacità artistica di uno dei due dedicatari di …sofferte onde serene…, Maurizio Pollini, abbia dato modo al compositore di esprimersi, nella scrittura per tastiera, con una ricerca timbrica di una raffinatezza e definizione inaudita.
Come sempre accaduto nel corso della creazione di nuova musica, ciò che oggi ci sembra, pur nel rispetto di tutte le impervie difficoltà meccaniche, affrontabile è stato, nel momento del suo apparire, precursore di novità che solo un pensiero alto e geniale poteva gettare tanto in avanti, offrendo agli interpreti degli anni a venire la costante possibilità di un continuo sviluppo dello stato esecutivo e interpretativo.

Stefano Malferrari
Si ringrazia
Anita Azzi, Le torri dell'acqua di Budrio, SIAE.Classici di Oggi, Checcacci Pianoforti

#SIAECLassiciOggi - #EMAVincicontemporanea

venerdì 3 marzo 2017

SIAE-CLASSICI DI OGGI card


SIAE - CLASSICI DI OGGI
EMA VINCI RECORDS


SIAE-Classici di Oggi è il progetto triennale con il quale la Società italiana degli Autori ed Editori sostiene la musica colta contemporanea.
Siamo partiti nel 2015 con l’obiettivo di promuovere le eccellenze nazionali: ensemble, centri di produzione elettroacustica, case discografiche. Il progetto continua coinvolgendo ogni anno nuovi protagonisti per accendere tutte le sfumature della creatività.
EMA Vinci records – EMA Vinci contemporanea [ TRema – NME/EMAvinci – GAMO/EMA Vinci archive ]
#SIAEClassiciOggi – #EMAVinciContemporanea

SIAE-Classics Oggi is the three-year project with which the Italian Society of Authors and Publishers supports the classical contemporary music.
We started in 2015 with the objective of promoting national excellence: ensembles, electroacoustic production centers, record companies. The project continues involving every year new players to turn all shades of creativity.

SIAE-Classics Oggi est le projet de trois ans avec laquelle la Société italienne des auteurs et éditeurs soutient la musique classique contemporaine.
Nous avons commencé en 2015 avec l'objectif de promouvoir l'excellence nationale: ensembles, centres de production électroacoustiques, les maisons de disques. Le projet continue impliquant chaque année de nouveaux joueurs à tourner toutes les nuances de la créativité.

SIAE-Classics Oggi es el proyecto de tres años con la que la Sociedad Italiana de Autores y Editores apoya la música clásica contemporánea.
Empezamos en 2015 con el objetivo de promover la excelencia nacional: conjuntos, centros de producción electroacústicos, las compañías discográficas. El proyecto continúa involucrando cada año nuevos jugadores para convertir todos los matices de creatividad.

SIAE-Classics Oggi ist der Drei-Jahres-Projekt, mit dem die italienische Gesellschaft der Autoren und Verlage die klassische zeitgenössische Musik unterstützt.
Wir begannen im Jahr 2015 mit dem Ziel der nationalen Exzellenz zu fördern: Ensembles, elektroProduktionsZentren, Plattenfirmen. Das Projekt wird jedes Jahr neue Spieler unter Einbeziehung aller Schattierungen von Kreativität zu machen.

venerdì 10 febbraio 2017

Accordion Baroque - Paride Pezzolla




JOHAN SEBASTIAN BACH
1 Fantasia and Fugue in A Minor, BWV 561 – 9:51
Fantasia in G Major, BWV 572 – 9:26
Toccata and Fugue in D Minor, BWV 565 – 9:41
GIROLAMO FRESCOBALDI
4 Toccate e partite d’intavolatura, Libro 2, F 3, Extract – 6:30
DOMENICO SCARLATTI
Keyboard Sonata in D Minor, K. 141 – 2:00
6 Keyboard Sonata in G Minor, K. 35 – 2:52
CLAUDIO MERULO
Toccata prima del primer tono – 6:59
JOHAN PACHELBELL
8 Chaconne in F Minor, P. 43 – 7:22
WILLIAM BYRD
9 Pavana in A Minor – 3:07
10 Fantasy – 2:53

venerdì 3 febbraio 2017

DANIELE LOMBARDI – MITOLOGIE


Mitologie di Daniele LombardiDi Paolo Somigli
«Il mito non è mai “questo” o “quello”, nel senso in cui la logica connette un predicato a un soggetto […] È necessario rapportarsi al mito non come a uno strumento, ma come a una parola che parla. Si tratta ovviamente di una parola che parla non nella forma della “spiegazione” propria della concettualità razionale, ma nella forma dell’“evocazione” […] Il mito non dischiude una via interpretativa ma un’esperienza […] Il suo modo di dire non è il significare, ma l’indicare, il far apparire». Queste parole di Umberto Galimberti (Orme del sacro, Milano, Feltrinelli, 2000, pp. 39-41) descrivono il mito e ben si prestano ad introdurre Mitologie (1996-2003) di Daniele Lombardi. Con Mitologie, infatti, Lombardi prosegue nella propria ricerca su come giungere efficacemente all’ascoltatore con mezzi sonori nuovi e in grado di stimolare in chi ascolta una risposta immediata. E la strada che l’autore indica con quest’opera è quella dell’evocazione.
Mitologie si compone di cinque ampie composizioni pianistiche scritte tra il 1996 e il 2003; è dunque un grande ciclo musicale, nel quale Lombardi scorge anche una sorta di grande sonata. Il compositore fonda il discorso su pochi elementi sonori fondamentali, ben identificabili, chiari, in grado di entrare in risonanza con chi ascolta. Struttura e dispone quindi i cinque episodi secondo un disegno non prevedibile, tale da mantenere desta l’attenzione dell’ascoltatore e sorprenderlo continuamente. Nel realizzare questo processo, Lombardi fa leva proprio sulla forza evocativa della musica, sulla sua capacità di suggerire stati dell’animo, emozioni, immagini interiori; una forza ch’egli accentua con la scelta di elementi di grande impatto emozionale, come un tremolo nel registro grave o un accordo ostinatamente ripetuto, tali da muovere nell’ascoltatore un senso d’inquietudine non comprensibile razionalmente e non spiegabile a parole, oppure ad esempio arpeggi reiterati, che aprono momenti di stasi e rapita contemplazione.
La prima delle Mitologie fu composta nel 1996. Se l’intero ciclo è per l’autore una sorta di grande sonata, il suo primo “movimento” è una specie di sonata nella sonata. Si compone infatti a propria volta di quattro episodi. Essi sono disposti secondo il principio di alternanza lento-veloce e in questo mettono bene in luce come Lombardi si ponga in evidente ma personale continuità con la tradizione della musica classica. Il primo episodio, Con calma ampiezza, è basato per intero sulla ripetizione di una nota (un fa), su cui s’inseriscono note staccate e gruppi pulviscolari di suoni. La ripetizione, ora regolare ora rapidissima e con caratteri di tremolo, viene spezzata da altre figure tipiche del linguaggio musicale di Lombardi, come i clusters (agglomerati dissonanti di suoni) o i brevi arpeggi che si spingono verso l’acuto. L’atmosfera d’attesa si scarica quindi nel secondo episodio, Impetuoso, condotto su un elemento peculiare della musica di Lombardi: il trillo di clusters che percorre la tastiera variando nella direzione e nell’intensità, come un’onda sonora vorticosa che si propaga imprevedibile e travolgente. Segue quindi il terzo episodio, Lentissimo con tenerezza estrema: è questo un’oasi d’incanto prodotta dalla ripetizione continua di una breve figura ascendente contrappuntata alla fine da un nuovo elemento tipicamente lombardiano, i clusters acuti e delicatissimi che devono manifestarsi incorporei, “come trasuoni”. Segue quindi l’episodio conclusivo, Instabile, nel quale tornano alcuni degli elementi già osservati (le note ribattute, il trillo di clusters, gli staccati) in una costruzione rapsodica che tiene sempre in sospeso l’ascoltatore fino all’evaporazione dei fugaci suoni acuti finali.
La seconda delle Mitologie fu scritta nel 1999. Essa presenta una struttura deliberatamente frammentata in brevi episodi. L’inizio, Cupo, si fonda sull’effetto di tremolo ottenuto dalla ripetizione rapidissima di una nota; il discorso procede quindi con un’ampia campitura di carattere contemplativo al termine della quale una graduale accelerazione della velocità ed un progressivo ispessirsi della scrittura conducono a un vasto episodio percussivo. Una nuova oasi estatica s’increspa poi in tremoli di clusters e d’accordi fino a sfociare in un complesso e travolgente Ostinato, basato su sequenze di clusters accentati in maniera irregolare ed imprevedibile. Il ritorno degli elementi sonori del Cupo iniziale avviano la conclusione del brano: udiamo gli echi di quanto accaduto fin qui in un clima però rarefatto che s’increspa solo negli ultimi secondi, prima che l’ultimo grande fortissimo venga spento gradualmente in un “lunghissimo rallentando e diminuendo”.
Più concentrata è la terza delle Mitologie, composta nel 2002. Essa è la più breve dell’intero ciclo. Si apre con un accordo muted, ottenuto deformando il suono del pianoforte con la pressione delle corde corrispondenti ai tasti che si stanno premendo: tale effetto – un’altra delle specificità del linguaggio pianistico di Lombardi – tornerà con insistenza nel corso del brano, soprattutto nelle fasi d’avvio e verso la conclusione. Tutto il discorso procede per fratture, con le successioni di suoni ribattuti – il materiale principale di questo pezzo –, continuamente spezzate da clusters e suoni muted. L’esito complessivo, però, non è affatto frammentario. Il lavoro si sviluppa infatti secondo un disegno ad arco, con un graduale incremento della velocità, della densità sonora e del contrasto, un culmine caratterizzato da un episodio ritmico e dinamico, e un progressivo decremento dei vari fattori fino alla rarefatta e ondivaga conclusione. Come per paradosso, all’omogeneità dell’insieme contribuiscono in maniera determinante le fratture: esse fanno parte del circoscritto numero d’elementi che costituiscono la composizione, e proprio il loro continuo manifestarsi permette all’ascoltatore di seguire con costante tensione un discorso musicale sommamente coeso e coerente.
Mitologie 4, del 2003, contrasta nettamente con le due precedenti. Anziché basarsi sulla frammentarietà e l’eterogeneità del discorso, essa si struttura in maniera omogenea sulla ripercussione ostinata di accordi lasciati sfumare, intercalati di quando dall’ormai familiare tremolo-ribattuti o da altri effetti. L’esito è tutt’altro che statico e pacificante: la ripetizione degli accordi e l’emergere inatteso, come da un’altra dimensione, di elementi nuovi, producono un inesorabile accumulo di tensione che tiene l’ascoltatore sulla corda per quasi quindici minuti e che infine non si scarica, lasciandoci dunque in uno stato d’attesa e sospensione.
L’ultima delle Mitologie, sempre del 2003, si riallaccia al clima espressivo del brano precedente ma lo rappacifica progressivamente. Molti degli elementi via via incontrati sin qui tornano in questo finale (i clusters, i ribattuti, i suoni muted, gli arpeggi, i gruppi di note nell’acuto), trasfigurati e assorbiti in un’atmosfera sempre più aerea e impalpabile. Mitologie 5 chiude quindi il ciclo recuperando molti degli elementi dell’opera e abbracciandoli in un cielo che risolve tutte le tensioni, tutte le asprezze. Ma allo stesso tempo Mitologie 5 riapre il discorso, e lo porta su una nuova dimensione: quella della sinestesia di musica e immagine. Lombardi vi riversa infatti la propria esperienza nella musica visiva. Il principio di base di questa tendenza, che dagli anni ’60 ha trovato in Firenze un ambiente particolarmente fecondo, è l’inscindibilità delle arti: suono, gesto, segno e la percezione che di essi ha lo spettatore – non sono elementi irrelati; sono invece parte di una realtà più ampia che nasce dal loro reciproco interagire e intersecarsi. In Mitologie 5 Lombardi prevede che l’esecuzione in concerto debba essere accompagnata da una proiezione video, sì da coinvolgere l’ascoltatore in un’esperienza percettiva ed evocativa secondo un ideale gioco di specchi. Il video che accompagna l’esecuzione dal vivo, infatti, è un’animazione virtuale di un quadro dello stesso compositore ed è, nelle sue intenzioni, al contempo una musica da vedere: «[…] MUSICA PER OCCHI» scrive Lombardi «è la visualizzazione di qualche cosa che accade prima di un’altra, in una zona della mente dove la logica, il senso, la percezione delle cose risuona misteriosamente con evocazioni interne che giungono successive, considerando intuizioni analogiche come attraversamenti, come ponti invisibili» (D. Lombardi, Augenmusik. Musica per occhi, Firenze, Centro Di, 2001, p. 15). E di quel video, che traduce una musica sentita in un altrove, all’ascoltatore/spettatore la musica eseguita appare a propria volta la traduzione sonora, per forza di cose imprecisa, allusiva, evocativa.
Daniele Lombardi
Compositore, Pianista e artista visivo, di grande notorietà internazionale per il suo particolarissimo repertorio, ha compiuto un vasto lavoro sulla musica delle avanguardie storiche degli inizi del Novecento, eseguendo in prima esecuzione moderna un grande numero di composizioni di musica futurista italiana e russa.
Daniele Lombardi ha da sempre avuto un profondo interesse per una idea multimediale dell’arte. La doppia formazione di studi musicali e visuali lo ha posto in una dimensione che ingloba segno, gesto e suono in una sola idea di percezione molteplice, tra analogie, contrasti, stratificazioni e associazioni. Ha prodotto disegni, dipinti, computer graphics, video etc. che sono frutto della transcodifica in immagini di un pensiero musicale, come una visualizzazione di energie che stanno a monte del suono stesso, come potenziale divenire.
Da queste esperienze di allora alla attuale realtà virtuale, Lombardi è convinto che l’espressione visiva si unisca a quella sonora in modo inscindibile e la sua ricerca spazia tra visioni astratte interiori e l’idea di un impatto sulla quotidianità.
Presente in numerose importanti sedi concertistiche e festivals come il Maggio Musicale Fiorentino, la Biennale Musica di Venezia, di Berlino, il Museo Guggenheim di New York etc. ha suonato anche per svariate emittenti radiofoniche e televisive.
Ha inciso numerosi CD e DVD ed ha insegnato pianoforte al Conservatorio “G.Verdi” di Milano.




Mitologie by Daniele LombardiBy Paolo Somigli
«A myth is never “this” or “that”, an object logically connected to a subject […] One must relate to a myth not as an instrument, but as a speaking word, and not as an “explanation” of a rational concept, but as an “evocation” […] A myth does not so much disclose an interpretation as an experience […] It does not signify, it indicates and shows». Umberto Galimberti’s words (Orme del sacro, Milano, Feltrinelli, 2000, pp. 39-41) descried myths and are well suited to introduce Mitologie (1996-2003) for piano by Daniele Lombardi. It is indeed in Mitologie  that Lombardi seeks to continue his research for reaching the listener with new means of sound, able to produce an immediate effect on the audience. And the road indicated by the author in this work is that of evocation.
Mitologie comprises five long compositions written between 1996 and 2003; it is therefore a great musical cycle, in which Lombardi also perceives a kind of grand sonata. The composer’s argument rests on very few basic elements of sound, which are easily identifiable, clear and quite able to resound within the listener. The five episodes are therefore structured and organized so as to keep the listener in suspense. To this end, Lombardi uses the evocative power of music, its capacity for suggesting moods, emotions and interior images. This power he accentuates by choosing elements of great emotional impact, such as a tremolo in the low register or an obstinately repeated chord, which move the listener to a sense of inexplicable and inexpressible disquietude, or again, reiterated arpeggios which lead to pauses of rapt contemplation.
The first part of Mitologie was composed in 1996. If, according to the author, the entire cycle is a kind of grand sonata, its first movement can be considered as a sonata in the sonata. It is itself composed of four episodes. These are disposed according to a slow-quick sequence and are thus well suited to underline how Lombardi continues the classical tradition in an evident yet personal way. The first episode, Con calma ampiezza, is entirely based on the repetition of one note (G), in which staccato notes and groups of ethereal sounds are inserted. The repetition of the note, alternately regular or very quick and with a tremolo quality, is broken by other typical figures of Lombardi’s musical language, like clusters (dissonant groups of sounds) or brief ascending arpeggios. The atmosphere of suspense discharges itself in the second episode, Impetuoso, led by a peculiar element of Lombardi’s music: the quavering clusters which range over the keyboard, varying in direction and intensity, in an overwhelming whirlwind of sound. Then the third episode, Lentissimo con tenerezza estrema, is an enchanted respite produced by the continuous repetition of a short ascending figure at the end, which is counterpointed by another typical element of Lombardi’s music, high and extremely delicate clusters, ethereal, “like transparent sounds”. There then follows the final episode, Instabile, in which some of the above mentioned elements (the repeated notes, the staccatos, and the quavering clusters) recur in a rhapsody which holds the listener in suspense until the last reverberations of the final high, fleeting sounds.
The second Mitologie was written in 1999. It presents a structure deliberately fragmented into brief episodes. The beginning, Cupo, is based on the tremolo effect caused by the very rapid repetition of one note. The piece proceeds with a wide and contemplative background , at the conclusion of which a gradual quickening of speed and a progressive increase of sonorous density lead up to  a long and frenzied episode. A new ecstatic interlude gives way to tremolo chords and clusters leading up to the overwhelming and inexorable  Ostinato, based upon cluster sequences irregularly and unpredictably sequenced. The return of elements from the initial Cupo lead on to the conclusion of the piece: one hears echoes of what has happened up to now, though in a more rarified and quiet atmosphere, ruffled only in the last moments, before the last great fortissimo is quenched in “a long rallentando and diminuendo”.
The third Mitologie, composed in 2002, is more concentrated. It is the shortest of the entire cycle. It opens with a muted chord, obtained by distorting the piano’s sound  by pressing the strings belonging to the keys which are being struck: this effect – another typical characteristic of Lombardi’s music –  will return insistently throughout the piece, especially at the beginning and end. The whole episode is based upon fractures, with the succession of repeated sound – the main source of this piece – continually broken by clusters and muted sounds. The overall effect is not, however, fragmentary. The piece develops as an arch, with a gradual increase of speed, intensity of sound and contrast, climaxing in a rhythmic and dynamic episode and then decreasing towards the ethereal and undulating conclusion. Paradoxically, the contrasts and the fractures contribute markedly to the uniform whole of the piece. They are part of the limited number of elements in the composition, and it is their continual appearance which permits the listener to follow with uninterrupted tension an extremely coherent and cohesive musical discourse.
Mitologie 4, written in 2003, differs completely from the preceding two. Instead of being based on fragmentation and heterogeneousness, it is structured uniformly on the obstinate repercussion of resounding chords, interspersed here and there with the now familiar repeated tremolo or by undulating figures. The result is anything but static and quiescent: the repetition of the chords and the unexpected appearance of new elements, as from another dimension, produce an inexorable buildup of tension which holds the listener’s breath for fifteen minutes and in the end does not break, leaving us waiting in a state of suspense. A kind of subtitle accompanies this piece and explains its tense and suffering quality: “What can a pianist do about wars?” Lombardi wrote it soon after the commencement of hostilities in Iraq. So Mitologie 4 is an example of music seen as an action and a message for humanity, an example of “civilized” music.
The last Mitologie, written again in 2003, is linked to the expressive quality of the preceding piece, though in a quieter way. Many elements, which have appeared up to now, return in this finale (the clusters, the repeated notes, the muted sounds, the arpeggios and the groups of high notes), transfigured and absorbed by an increasingly airy and impalpable atmosphere. Mitologie 5, then, closes the cycle recovering many elements of the whole work and combining them in a wider horizon, which finally solves the tension and asperity. At the same time however it reopens the debate and brings it to a new dimension: that of the synaesthesia between music and images. In Mitologie 5 Lombardi uses his experience in the connection between artistic languages. The basic concept of this research area, which since the Sixties has found a particularly fertile background in Florence, is the inseparability of the arts. Sound, action, sign – and the perception of these by the spectator – are not unconnected; on the contrary, they are part of a wider reality produced by their interaction and intersection. In Mitologie 5 Lombardi foresees that the concert must be accompanied by a video, so as to involve the listener in a perceptive and evocative experience according to an  ideal mirror game. The video which accompanies the live concert is actually a virtual animation of one of the composer’s own paintings and is intended by him to be music that one can see. «[…] MUSIC FOR THE EYES» writes Lombardi «is the visualization of something that happens before something else, in an area of the mind in which logic, sense, perception of things resound mysteriously with inner evocations which fall successively, if we consider analogical intuitions as crossing points, as invisible bridges» (D. Lombardi, Augenmusik. Musica per occhi, Firenze, Centro Di, 2001, p.15). And of that video, which translates music heard somewhere else, the music appears in its turn to the listener/spectator as a sounding translation, inevitably imprecise, allusive, evocative.
Daniele Lombardi – Composer, Pianist and Visual Artist
Well-known internationally for his uncommon repertoire, Daniele Lombardi has worked extensively on the music of the twentieth-century historical avant-gardes, including first modern performances of a large number of compositions of Italian and Russian Futuristic music.
Daniele Lombardi has always been deeply interested in a multimedia concept of art. His education, in both music and the visual arts, has placed him in the position to incorporate sign, gesture, and sound into a unitary concept of multiple perception, through analogies, contrasts, stratifications, and associations.
The drawings, paintings, computer graphics, videos, which he has been producing are the results of the transcodification of musical thought into images, a visualization of energies lying behind the sound itself, as potential becoming.
From the experiences of those days to the virtual reality of the present, Lombardi believes visual expression and sound to be inseparably joined and his research ranges between abstract inner visions and the idea of an impact on everyday life.
He has been performed in a great number of concert halls and festivals such as Maggio Musicale Fiorentino, Venice Biennale Musica, Berlin Musik Biennale. Guggenheim Museum NYC etc. and for important radio and televisions.
He has recorded many CDs, DVDs and he taught piano at the Conservatoire “G. Verdi” in Milan.
MITOLOGIE é UNA PRODUZONE

#siaeclassicioggi – #emavincicontemporanea